Questo testo di ricerca scritto in due lingue (in italiano e in inglese) è frutto di una ricerca pluriennale circa una piccola-grande realtà storica veneta: quella della produzione di armi bianche tra Cinquecento e Seicento, nel contesto del territorio bellunese e feltrino. Una tradizione quasi del tutto dimenticata, e che portò invece alla realizzazione di veri e propri capolavori che furono apprezzati e richiesti in tutta Europa. Gli autori ci portano così a scoprire il mondo dove operarono dei veri e propri artisti, quali fuorono i fratelli Andrea e Zandonà Ferara, Pietro da Formicano e tanti altri, fornendoci nuovi dati e punti di vista sull’argomento. Conosceremo quindi le singole opere prodotte, ne ripercorreremo le vicissitudini tra musei e collezioni private, e scopriremo la vita e il mondo di questi artisti-artigiani.
Il testo propone una interessante panoramica su cinque spade, sia nelle immagini che nei disegni e ricostruzioni degli autori.
Attraverso l'uso della macrofotografia, misurazioni e dettagli grafici, il libro conduce il lettore a esplorare intimamente l'anatomia di queste armi, dal Rinascimento alla fine del XIX secolo.
Le spade sono da sempre tra gli oggetti che più sono capaci di affascinarci e farci sognare, basti pensare a quante volte da bambini abbiamo brandito un bastone fantasticando di impugnare una spada vera. Questo libro si pone come obiettivo quello di analizzare le tecnologie che permisero lo sviluppo delle migliori tipologie di spade europee, le pratiche sociali legate al portare le armi e come l'immaginario e la simbologia occidentale siano stati profondamente influenzati dalla «Regina d'ogni altra sortè d'armi tanto da offendere che da difendere».