Nel Metodo Fisas si sono scelte, da una oculata intuizione del Caposcuola, quattro armi che, a livello didattico, permettono di creare un percorso conoscitivo della scherma tradizionale a tutto tondo.
Sviluppando degli stili apparentemente “a scatola chiusa” si riesce ad avere una visione globale del sistema schermistico approfondendo le caratteristiche migliori di ogni arma che interpretiamo.
Tutte le Armi FISAS sono precise repliche delle Armi originali. Una corretta pratica richiede il massimo realismo possibile nelle azioni: per questo le nostre Armi sono concepite per essere il più possibile uguali alle originali in lunghezza, peso e bilanciamento, per non falsarne e stravolgerne le meccaniche e le tempistiche.
Per salvaguardare il realismo, ma anche la sicurezza di pratica, abbiamo progettato e fatto produrre lame per il contatto pieno, laddove il peso degli originali ne permette una replica attendibile.
Non usiamo simulatori di Armi in legno, plastica o altri materiali: solo l’acciaio permette il corretto “sentimento del ferro” e quelle caratteristiche meccaniche che sono tipiche delle armi occidentali da Scherma.
Alle Quattro Armi base si abbinano poi attività integrative quali la ricerca sulla Scherma Medioevale più antica, su Armi e sistemi specifici, quali la Backsword britannica, lo Spadino Francese, Spagnolo ed Italiano, la Scherma col Bastone, studi sulla Partigiana, le tecniche di difesa personale moderna e tradizionali, i sistemi ad armi corte e mani nude. La maggior parte di questi stili è programma di apposite Accademie tenute da Maestri di strutture gemellate con FISAS, o istruttori Fisas.
Considerato "medioevale" ma in realtà sviluppatosi con una propria sistematicità solo nel XV secolo, è uno stile ricostruito da documenti storici, da cui risulta un' arma molto più versatile, sofisticata e complessa di quanto si riteneva fino a pochi anni fa; risulta molto utile per i contributi che dà a sviluppare uno studio il più possibile completo sulle meccaniche e sull'utilizzo del corpo in un combattimento.
Con “Spada a Due Mani” incorporiamo anche il termine “Spada a Una Mano e Mezza” per puri motivi di semplicità di comunicazione, ma in realtà si tratta di sistemi con sfumature di differenza. Nessuna delle due armi può comunque essere confusa con lo “Spadone” arma ben diversa nella sua forma, dottrina di uso, scopi.
Il lavoro di ricerca e definizione dei sistemi di cui non esiste altro che documentazione scritta è sempre lungo, complesso e basato su un lavoro sperimentale di ricerca che sia ispirato ai trattati storici ed in questi veda conferma e verifica, ma al fine di poter creare un sistema applicabile e praticabile.
Per questo motivo il fondatore di FISAS, Andrea Lupo Sinclair ha sviluppato un suo specifico metodo che rende possibile una pratica avanzata ed approfondita di questa arma e di tutti gli stili più antichi, tramite lo sviluppo di quel sistema detto del “Camminar Sui Fili“, che prevede una precisa conoscenza delle geometrie del movimento sul terreno.
Una disciplina completa, sia dal punto di vista della attività marziale che in generale nei suoi aspetti psicofisici.
Per quanto riguarda i trattati storici a cui ci ispiriamo nella ricostruzione di questo sistema, FISAS fa riferimento soprattutto alle codifiche dei Maestri tedeschi, che sono la prima vera espressione della “Due Mani”, principalmente negli stili Cinquecenteschi, soprattutto dal Meyer.
Per i trattatisti Italiani – che tanto furono attratti da questa Arma al punto da svilupparne una loro interpretazione – ci ispiriamo principalmente al lavoro di Achille Marozzo (1482-1536 ca.), ed ai successivi studi di Francesco Alfieri.
Per la Spada a Due Mani è molto difficile avere lame che permettano in sicurezza un lavoro realistico a contatto mantenendo l’attendibilità del peso e del bilanciamento originali. Ma anche per questa Fisas ha creato un modello adeguato alle proprie esigenze di pratica.
I nuovi modelli di spade da Sala da noi concepite, con bottone, permettono un corretto uso delle punte a contatto, ma le azioni di taglio – data la larghezza della lama, per rispettare gli originali – possono essere applicate solo con controllo del colpo, per uno studio accurato dell’autocontrollo e autodisciplina.
FISAS utilizza solo repliche il cui peso e bilanciamento corrisponde agli originali che si possono ancora ritrovare nei musei. Di quest’arma non sono rimasti tantissimi esemplari, ma quanto resta è ben valido. Raramente il peso di una buona spada di questo tipo superava il chilogrammo e mezzo.
Troppi ambiti di ricercatori usano invece spade di peso eccessivo che non permette una vera applicazione delle tecniche di quest’Arma, molto più sofisticata di quanto si creda
Espressione della prima vera definizione dell'Arte della Scherma, ed Arma per eccellenza del Rinascimento Italiano, e' una delle due armi della vecchia scuola di Fisas. Spada nata originariamente soprattutto per difesa personale, che offre notevoli possibilità di ricerca marziale, anche contro armi e stili assai differenti tra loro e perfino in studi di applicazioni a mani nude.
Come per le armi del periodo precedente anche di questa non abbiamo altro che documentazione scritta, pertanto la ricerca su questa arma è quella su cui più di altre si è concentrato il Metodo creato da Andrea Lupo Sinclair per comprenderne l’utilizzo ed applicarne completamente i sistemi, basati in prevalenza sul sistema del “Camminar Sui Fili” e che comprendono anche profondi elementi filosofici e formativi.
Le dottrine di impiego di questo tipo di spada sono piuttosto chiare, tuttavia il suo utilizzo effettivo risulta essere assai sofisticato e complesso da interpretare, e la sua espressione a nostro parere enfatizza soprattutto la consapevolezza, l’equilibrio e l’autocontrollo, in accordo con la categoria stilistica e filosofica della Sprezzatura – termine coniato da Baldassar Castiglione – come “laboriosa conquista di un’eleganza che rifugge dall’affettazione e che nasconde lo sforzo“, senza pregiudicare efficacia, adattabilità e versatilità; tutti elementi che richiedono lunga pratica per acquisirne appieno ogni sfumatura.
Basato su questi principi, Il metodo in uso in FISAS per praticare questi sistemi è quello forse più innovativo ed esclusivo negli ambienti della Scherma Storica dei primi anni del 2000.
Le comuni origini dei sistemi Italiani e Spagnoli trovano nell’arma di questo periodo storico la loro manifestazione. Per questo motivo, la Spada da Lato è per noi anche lo strumento di studio, applicazione e confronto con la scuola Spagnola, soprattutto per come è interpretata ed espressa dai nostri colleghi dell’AEEA (Spagna). La Spada del ‘500, inoltre, non ha una esatta codifica di forma: gli stessi storici delle Armi hanno spesso difficoltà ad inquadrarla con esattezza.
In FISAS usiamo alcune repliche fedelmente riprodotte dagli originali ancora esistenti e dalle specifiche della trattatistica del periodo. La denominazione “Spada da Lato“, da noi per primi scelta ed adottata, è a nostro parere la più precisa tra le tante possibili per identificare questa spada.
Dotate di una nuova lama a dorso d’asino, leggera ma eccellente nel riprodurre peso e bilanciamento delle originali, con queste Spade pratichiamo a contatto pieno, con le adeguate protezioni passive. La sezione della lama – esattamente uguale a moltissime delle originali – permette un ottimo lavoro di punta. La punta è dotata di un bottone piuttosto largo per motivi di sicurezza.
FISAS per questa arma si ispira soprattutto ai metodi sviluppatisi nella seconda metà del Cinquecento, con la sperimentazione di Maestri Italiani come Agrippa, Palladini, Di Grassi, Viggiani, Lovino, Ghisliero, Saviolo, Docciolini, punti di riferimento primari per lo sviluppo del nostro metodo di pratica.
La "Striscia" è la principale rappresentante di quello che chiamiamo la "nuova scuola" e che si sviluppò ai primi del Seicento come derivazione dai sistemi della "Spada da Lato", e raggiunse la maturità tecnica e stilistica alla fine di quel secolo, in particolare nel Nord Italia, pur convivendo a lungo con i sistemi precedenti.
E’ l’arma più praticata in FISAS, che è stata la prima organizzazione in assoluto al mondo a riportare in auge i sistemi di questa arma tramite una didattica completa e ridando ad essa il posto che le competeva nella storia delle armi occidentali.
Il termine “Striscia” è riferito alla sua lama lunga e sottile. Con il nome di “Spada all’Italiana” è poi rimasta virtualmente immutata nelle sue forme e principi d’uso fino ai primi decenni del Ventesimo secolo.
Quest’arma si può utilizzare e capire solo con la pratica del contatto pieno. A tale scopo abbiamo progettato e fatto costruire uno specifico tipo di lama equivalente alle originali ed adeguata alle necessità di pratica. La lama FISAS, progetto del M. Andrea Lupo-Sinclair e sviluppato in collaborazione con due studenti Fisas e l’artigiano Fulvio Del Tin, è una lama lunga 120 cm. con vero ricasso – fondamentale per un corretto sentimento del ferro – a sezione triangolare con bottone in punta. La nostra lama vanta diversi tentativi di imitazione.
Nata con una dottrina d’impiego piuttosto specializzata verso il gioco schermistico con armi simili tra loro, a differenza delle armi dei periodi precedenti, questa arma ha una diversa concezione del “fraseggio” rispetto alla sua antenata Cinquecentesca, di cui ad ogni modo sembra trarre gran parte delle sue origini.
La fondamentale attenzione da porsi alle posture, al breve e controllato passeggio da terreno, alla Guardia, la sua grande precisione, accuratezza ed economia di movimento delle sue tecniche base del nostro sistema principale (le “Cinque Contrarie”), la rendono un ottimo strumento per comprendere la pratica della Scherma, non solo nel gesto tecnico e nello sviluppo dei riflessi dell’attenzione e dell’autocontrollo, ma anche nella strategia, tempistica, e precisione.
La pratica della Striscia in FISAS è basata principalmente su un rigoroso ed esclusivo sistema tradizionale. E’ un’arma di cui disponiamo di un completo sistema di tecniche, principi, dottrine d’uso, tradizione e documentazione storica.
Alcuni rari filmati degli ultimi Duelli del secolo ne mostrano ancora l’utilizzo secondo i canoni ed i principi a noi trasmessi, e da noi integrati, elaborati ed arricchiti dagli studi sulla trattatistica del periodo compreso tra i primi del 600 fino a tutti gli autori e linee tradizionali delle Scuole da Terreno e Miste dell’Ottocento, questi ultimi spesso indipendenti dalle codifiche Classiche ed Accademiche.
Utilizziamo spade a “tazza” a “tazza bassa”, a “gabbia” e forme transizionali. Pratichiamo sia di Spada sola che accompagnata da Daga o Cappa.
L'ultima, e assai praticata Arma da Duello, ancora in uso nei primi decenni del Ventesimo secolo, di cui molta tradizione è sopravvissuta negli stili Classici e tardo Classici. Da non confondersi con la Sciabola sportiva moderna o quella militare da cavalleria, questa è la "Sciabola da Terreno", famosa protagonista di incontri fino agli anni 20 del secolo appena passato.
L’ultima, e assai praticata Arma da Duello, ancora in uso nei primi decenni del Ventesimo secolo, di cui molta tradizione è sopravvissuta negli stili Classici e tardo Classici. Da non confondersi con la Sciabola sportiva moderna o quella militare da cavalleria, questa è la “Sciabola da Terreno”, famosa protagonista di incontri fino agli anni 20 del secolo appena passato.
E’ un’arma assai difficile per la sua dottrina d’uso principale – i Duelli al “primo sangue” – che può spesso portare lo schermidore a contravvenire al principio del “tocca senza essere toccato” e trascurare la difesa, erroneamente puntando ad una frettolosa conclusione dell’assalto. Uno stile molto rapido, di riflessi e colpo d’occhio, ma non per questo unicamente basato sulla velocità.
La nostra pratica con la Sciabola da Terreno segue principalmente i sistemi di Radaelli e dei suoi discendenti, tra cui il M. Barbasetti. Tali sistemi furono rifiutati dalla Accademia Nazionale di Napoli ma di fatto gran parte dei vecchi Maestri li introdussero nella loro didattica.
In FISAS perciò le Sciabole che utilizziamo sono dei modelli “Radaelli”, “Pecoraro”, “Masiello Seconda Versione” e “Barbasetti”, da noi riportate in auge dopo decenni di oblio. Anche in questo caso FISAS ha dovuto creare una linea specifica di armi adeguate alla Tradizione dato che il mercato non offriva quanto necessario per la nostra pratica.
La ricerca di nuove lame, cocce ed impugnature, che rendano quest’Arma il più possibile fedele all’originale sciabola della fine dell’Ottocento è una sfida sempre aperta, per la complessità di ottenere un’arma robusta, maneggevole e dai costi non proibitivi al tempo stesso. Abbiamo potuto trovare degli esemplari che equipaggiano in modo valido ed attendibile gli studenti FISAS, ma è una ricerca che ancora non ci ha soddisfatto completamente.